Giornalista milanese, Chiara Pasqualetti Johnson è laureata in storia dell’arte e ha progettato con la casa editrice White Star un libro ‘Coco Chanel 5′, il famoso profumo indimenticabile della icona di stile Coco Chanel.
Lanciato sul mercato nel 1921, il profumo Chanel N.5 rappresenta ancora oggi la fragranza per eccellenza della femminilità.
Mademoiselle Chanel vi ha concentrato anche l’atmosfera degli Anni Venti, un’epoca che vide imporsi una nuova generazione di donne sicure e moderne, come il suo bouquet allo stesso tempo elegante e voluttuoso.
Si dice venga venduto al ritmo impressionante di un flacone ogni 33 secondi, anche se i numeri esatti, come tante altre notizie che lo riguardano, sono segreti gelosamente
custoditi dalla Maison Chanel.
Questo liquido ambrato e la silhouette del suo flacone trasparente con le due C intrecciate sulla base del tappo sono stati pensati insieme a Ernest Beaux, suo direttore tecnico.
Coco Chanel fotografata nel 1936 con il suo fascino ambiguo e lievemente androgino indossa al collo i classici sei giri di perle per rischiarare il nero rigoroso dei suoi capi (la petite robe noire), quintessenza dello chic parisienne, ha voluto dare il suo nome al profumo, in modo da sfruttare al massimo la celebrità del brand e consacrare il numero 5, da sempre il suo portafortuna.
La stilista lo regala alle sue amiche più chic, contando su quel passaparola che si rivela un potentissimo canale di promozione, dichiarando inoltre di mai aver pensato di metterlo in vendita e che si trattava soltanto di un souvenir, alimentando l’equazione infallibile tra desiderio e disponibilità.
Poi, apparve con discrezione unicamente sugli scaffali delle boutique Chanel, dove veniva spruzzato a profusione avvolgendo in una nuvola odorosa gli abiti e finendo regolarmente sold-out nel giro di qualche giorno.
La grande distribuzione fu affidata ai fratelli Pierre e Paul Wertheimer, i brillanti proprietari della Società Bourjois, un colosso della cosmetica.
Partendo da una goccia di profumo, ben presto la Maison Chanel si trasforma in un’azienda che alla moda affianca la cosmesi e vende tantissimo.
Il profumo Chanel N.5 vuol essere l’essenza della femminilità, nata da un perfetto connubio di contrasti e capace di dimostrare al mondo che una donna può essere seducente e pura allo stesso tempo.
La ricetta messa a punto da Ernest Beaux mescola al cuore di rosa e gelsomino altri 80 ingredienti segreti, tra cui note di muschio, ylang- ylang e sandalo, presentati, per contrasto, in un flacone simile a una bottiglia da farmacia con etichetta, un rettangolo bianco sul quale spicca la scritta.
Un riassunto del moderno lusso francese che divenne improvvisamente celebrità, qualche anno dopo, con la formidabile e gratuita pubblicità offerta inconsapevolmente dall’attrice Marilyn Monroe che nel 1952 dichiarò: “Che cosa indosso a letto? Solo due gocce di Chanel N° 5”.
Le vendite del profumo salirono alle stelle, trasformando in leggenda quello che già allora era il profumo più famoso del mondo. La bella Marilyn divenne uno dei celebri volti delle strepitose campagne pubblicitarie che nel tempo hanno alimentato il mito di Chanel N° 5, ricordando anche Lauren Hutton, Catherine Deneuve, Nicole Kidman, Gisele Bündchen, Audrey Tautou.
Oggetto di culto tra i collezionisti, il profumo esiste anche in una rarissima versione con l’etichetta rossa, parte di una piccola produzione, e nel tempo ha cambiato ben 5 volte la forma del flacone dalla bottiglia originale del 1921 che aveva tutti gli angoli arrotondati ed era leggermente più squadrata e con tappo di vetro quadrato.
Sostituito da una nuova versione più spessa e robusta, realizzata dalle Cristalleries de Saint Louis, in cristallo, ricambiato negli anni Cinquanta con tappo più largo, negli anni Settanta più massiccio, mentre nel 1986 è stato ridotto per bilanciare il design dell’insieme.
<Barbara Tassara>
Images credits: Courtesy by Chiara Pasqualetti Johnson / casa editrice White Star / Getty Images
-Copertina del Libro di Chiara Pasqualetti Johnson – casa editrice White Star
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-p. 48: The Advertising Archives
-pp. 52, 53: The Advertising Archive
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