Nuovi Anticorpi , le ultime opere dell’artista Andrea Arturo Bozzi, nascono da un gesto pittorico essenziale, quasi anemico, volto a sottrarre svuotare e frammentare fino a giungere all’espressione di forme senza gravità.
Metaforicamente esse rappresentano i tempi e l’intensità di reazione delle nostre difese, ma esprimono anche i meccanismi che influenzano le modalità attraverso cui elaboriamo e metabolizziamo la realtà.
Andrea Arturo Bozzi, artista e illustratore con diploma in scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Brera e in Design presso F.I.T. Fashion Institute Technology di New York, ama i soggetti primari che riconducono all’istinto, l’animismo, l’alchimia, trasponendovi le sue numerose esperienze di viaggi anche remoti come le restanti aree tribali, per poi orientarsi verso espressioni analiste delle qualità costitutive della materia (elementi fluidi aerei e solidi, sintetici od organici) in rapporto allo spazio fisico, aprendosi ad una sensibilità astratta.
Chi conosce il tuo lavoro nota un forte cambiamento.
“Da anni la mia ricerca si è concentrata sul gesto. La figurazione si costruiva attraverso tratti metodici con grandi pennellesse occupando progressivamente il formato in composizioni più atmosferiche. Contemporaneamente sperimentavo su carte il gesto unico, definitivo. Nuovi Anticorpi nasce proprio da quei progetti. Applicando queste sperimentazioni sulla tela, sentivo il bisogno di imprimere un’identità più significativa al soggetto, dunque il bianco/nero contrapposto ad un fondale monocromatico”.
Quanto è importante l’ambiente in cui lavori ?
“Il lavoro è iniziato in India lo scorso inverno, ma non credo che l’ambiente abbia direttamente ispirato una particolare figurazione. E’ stato piuttosto un catalizzatore d’energia perché la natura era straripante. Le scimmie a volte entravano in studio così come il calore, i suoni e i colori tropicali. Dipingevo ma allo stesso tempo partecipavo alla scena naturale. Distinguo di aver avuto coraggiose intuizioni ed una maggior semplicità esecutiva in India, mentre l’ordine e la determinazione sul particolare sono propri del lavoro più recente in città, componenti che progressivamente sono divenute complementari.”
Affermi di aver attribuito un’identità a questa ricerca solo a lavoro concluso. Come è avvenuta?
“Quando lavoro su un quadro dopo l’altro, anche se sviluppo una ricerca precisa, sono concentrato nell’esecuzione; il lavoro nel suo insieme lo vedo quando ha preso corpo ed è allora che scopro indicazioni importanti sul processo, sull’evoluzione e sul significato. Ho dipinto gesti e poi ho visto microrganismi come congelati in un vetrino. L’intenzione è consapevolezza che esprime gesti sviluppandone i valori estetici e dinamici, mentre il subconscio esprime valori simbolici evidenziando significati metaforici. E’ in questo territorio che il pubblico riconosce qualcosa che non si descrive o estingue con le parole.”
Che significati metaforici vedi in Nuovi Anticorpi?
“Le metafore che vedo sono tante e altre nuove possono emergerne. Nuovi Anticorpi possono essere antidoti di nuove paure; se non li abbiamo li compriamo. Un universo sub microscopico, tanto concreto e allarmante, con acronimi incomprensibili: HIV VVT3 – SV40 – H1N1… Anche i virus appartengono a questo universo e sono esseri anarchici che mutano e ci tengono costantemente sotto pressione (E’ un dato di fatto che certe multinazionali prosperino scoprendo queste ansie). E ancora Nuovi Anticorpi potrebbero suggerire il fenomeno sociale di una crescente resistenza a quello che vediamo e sentiamo, una sorta di vaccino emotivo su cui, a mio parere, bisognerebbe soffermarsi e riflettere.”
<Anna Pitscheider>
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