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La ‘Casa dei Padri’: lo Stadio Filadelfia de il Grande Toro

Quando nel1926 il Conte Marone Cinzano fece costruire il ‘Campo Torino’ – poi chiamato Filadelfia dal nome della via – per dare alla squadra un terreno più agevole del vecchio motovelodromo di via Casale, non immaginava che avrebbe scritto pagine gloriose nella storia del calcio con una squadra imbattibile che dominava gli avversari con lampi di stile e impegno agonistico.

Il ‘Filadelfia’ era una fossa inviolabile dove nessuno riusciva a prevalere: cento partite senza sconfitte. Se il gioco languiva, squillava la tromba di un tifoso, Mazzola rivoltava le maniche: era il segnale per scatenare il “tremendismo granata”.

Dal 1944 al 1949 il Torino cucì lo scudetto sulla maglia per cinque anni consecutivi.

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E tanti ancora ne avrebbe vinti se il 4 maggio 1949 l’aereo che trasportava squadra e accompagnatori non si fosse schiantato contro la collina di Superga.

Una sciagura che commosse il mondo e tutti gli sportivi senza distinzione di maglia.

Quel tragico giorno la sorte strappò la vita a giovani nel pieno dello splendore atletico e consegnò i loro nomi al mito delle loro imprese.

Come nel ciclismo le imprese di Bartali e Coppi, così nel calcio le imprese del ‘Grande Torino’ rilanciano l’orgoglio nazionale e contribuiscono al riscatto del popolo italiano dopo le umiliazioni della guerra.

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Il Filadelfia diventa la ‘Casa dei Padri’, luogo dove ogni tifoso trova un sentimento di partecipazione che supera i confini del tifo.

Il Filadelfia non è solo uno stadio di calcio, è il ‘Giardino della Memoria’ dove aleggiano i ricordi di Valentino Mazzola, di una squadra che stupiva insegnando il calcio, di giocatori prematuramente scomparsi come Meroni e Ferrini, esempio di fantasia e ardore.

Il Filadelfia rivive oggi, inaugurato e riaperto il 24 e 25 maggio 2017, dopo una colpevole serie di intralci burocratici e decadenza delle strutture, grazie alla tenace resistenza dei suoi ‘angeli protettori’ (i tifosi che per decenni se ne sono presi cura personalmente) e a un nuovo corso societario guidato dall’imprenditore Urbano Cairo che intende riportare il Torino Calcio ai fasti di un tempo.

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Coloro che hanno avuto il privilegio di assistere alla inaugurazione del nuovo impianto hanno colto il sottile filo conduttore che lega il passato al futuro, annoda la storia del mito, alla conquista di un nuovo titolo con l’esempio dei Padri e l’orgoglio di appartenenza per tutti coloro che avranno la fortuna di calpestare quel terreno.

I campioni di un mitico tempo non conoscevano il divismo, i lauti contratti, ne erano asserviti ad agenti e strumenti sofisticati: vincevano con le proprie forze, con il bel gioco, con l’orgoglio della maglia granata, troppe volte intrisa di sangue.

Sopra il nuovo stadio ci guardano da ogni pennone nomi ed eventi incredibili per alimentare la fiamma della vittoria, per ricordare di combattere con la stessa lealtà del loro tempo.

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In un calcio sempre più esasperato dalla violenza dei campanilismi e dal mero business, il Filadelfia risorge con un messaggio forte al calcio moderno.

E noi, da sempre uniti nel cuore granata, proseguiamo quali portavoce e bandiera del Toro: “c’è una grande differenza esistenziale fra tifo e sentimento”.

Messaggio più bello non può essere per insegnare anche ad ogni tifoso il rispetto dell’avversario.

 

<Giorgio Tassara>


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