ART DISCOVER

Carlo Cossignani:‘Speak to Me in a Floating Way’

L’artista poliedrico in mostra da Tempesta Gallry Milano, tra pittura, scultura e progetti site specific.

Ospitato da Tempesta Gallery Milano, l’eclettico Carlo Cossignani presenta il suo progetto ‘Speak to Me in a Floating Way’, un racconto creativo che attraversa pittura, scultura e installazioni sul tema del ‘vuoto’.

Il percorso espositivo è stato pensato e realizzato appositamente per la galleria e presenta una selezione di lavori inediti sulla realtà visibile e invisibile.

Nato a Porto San Giorgio nel 1981, Cossignani – che ora vive e lavora a Milano – si muove liberamente tra progetti interdisciplinari che toccano cinema e audiovisivi, musica, pittura e scultura.

Le opere valorizzano gli scarti, ovvero quel vuoto che resta al di lá dei contorni del pennello e del tratto scultoreo, rivelando forme, visi, corpi, in una composizione fluida e indefinita, intima e personale.

Lo stesso artista dichiara: “Il progetto nasce da un’evoluzione di un lavoro che porto avanti da qualche anno, con un’ossessione verso la parte non visibile e il tema del vuoto. Anni fa, durante la realizzazione di alcune scenografie per un cortometraggio, mi sono reso conto che gli scarti parlavano più del soggetto che ne ricavavo: sagome che rimanevano vuote e lasciavano libera l’interpretazione, diventando esse stesse sostanza. Il vuoto non rappresenta una controparte del pieno, ma l’uno il costituente dell’altro. Mi sono trovato ad applicare questa modalità anche alla mia vita, andando oltre la realtá come apparenza. Il vuoto è la caratteristica dominante con cui io costruisco il mio lavoro, la sostanza in cui sono immerse tutte le forme del mio sentire”.

In un racconto continuo, il visitatore si immerge nella leggerezza dell’acquerello, nelle forme organiche e oniriche dell’intelligenza artificiale, nelle architetture scultoree sospese come aquiloni.

L’art director di Tempesta Gallery, Elisa Bonzano, riflette sulle opere: “Il lavoro di Carlo Cossignani sfida il mondo digitale, immediato e fugace, veloce e superficiale. La scelta di focalizzarsi sul lavoro di questo eclettico artista è motivata dalla profonda convinzione che l’arte non debba essere consumata in un istante, ma debba essere assaporata, contemplata e interpretata con calma. In un atto di resistenza alla fretta e all’effimero che fa andare oltre, negli strati e nella complessità, dove il tempo assume una dimensione diversa.”

<editorial staff Wemagazine>

 


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