Un omaggio a Rodolfo Valentino con chef Emanuele Menna e National Investment Company FaroAlto.
Cambia gestione, lo storico locale Valentino Vintage Restaurant passato in conduzione alla National Investment Company FaroAlto e affidato alla cucina dello chef Emanuele Menna, con una idea di servizio e ristorazione di alto lilvello.
La location possiede già da tempo la sua bellezza storica, tra le seicentesche mura di un palazzo e le bianche colonne doriche, in Corso Monforte 16, ed in più possiede un nome suggestivo ed evocativo, come i bei poster vintage alle pareti interne decorano, quello dell’affascinante attore italiano Rodolfo Valentino.
Al progetto di ricreare un ambiente in stile belle époque ci pensa la musica dal vivo, con pianoforte e cantante in un angolo della sala principale, sottofondo suadente che fa da contrasto all’alto vociare dei tavoli.
Tovaglie candide e mise en place tradizionale purista senza fronzoli si accendono di charme con le sedute e poltroncine rosso velluto, come l’elegante giacca della responsabile di sala.
Fra gli obiettivi di FaroAlto, Investment Company che opera principalmente nello sviluppo del settore food&beverage, ci sono la sponsorizzazione e valorizzazione di prodotti tipici in siti regionali, come è avvenuto ad esempio, la pasticceria Scudieri, il caffè letterario Giubbe Rosse, il bar senese Conca d’Oro, l’Osteria del Bigelli, il Caffè Pitti, il Bar Nannini Diaz.
Si sente molto della fiera predominanza toscana nello sviluppo delle attività e delle scelte della materia prima, nei piatti e nel beverage.
Il giovane ventiquattrenne chef Emanuele Menna, di sicuro appassionato e talentuoso nelle sue origini campane, a capo della nuova brigata del Valentino, deve venire a patti nei suoi piatti con la chiara deriva toscana e le strategie del fondo di investimento, aggiungendo le desiderata del nord Italia che l’ospite straniero si aspetta non mancare nella metropoli, gli omaggi meneghini del risotto giallo e della costoletta alla milanese.
In carta, molto spicca della terra del Rinascimento, con proposte come la Tartare di Chianina con funghi pioppini, la fonduta di pecorino toscano e tartufo nero o le Tagliatelle fatte in casa con ragù bianco di cinghiale e aggiunta di al caffè Nannini e cacao, o piatti molto ambiziosi e pericolosi come il Piccione declinato con cioccolato fondente, ciliegie e jus di vitello. Tra i dolci, ancora una selezione di pecorini toscani con confetture e una cheescake ricomposta abbinata ai tradizionali cantucci prodotti da Nannini e un dressing al lampone.
La carta dei vini, affidata alla cura del sommelier e maître Raffaello Rizzi, è in gran parte costituita da bottiglie di provenienza regionale, tra cui spiccano quelli delle cantine Antinori e Piccini, ma vi si possono trovare anche pregiati champagne Francesi, vini nazionali di varia provenienza e prestigiose vecchie annate.
<Barbara Tassara>
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